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2009

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Sensibilizzare l’industria sull’opportunità di produrre farmaci Kasher


Latte, lieviti e proteine animali sono alcune fra le sostanze che possono entrare nella composizione dei farmaci e degli eccipienti e magari costringere un ebreo a fare scelte che vanno controla sua coscienza. Difficile che la produzione industriale possa tenerne conto.
In teoria, nel caso dei salvavita iniettabili, anche i più osservanti possono fare eccezione.
La questione non sembra preoccupare tanto l’Islam quanto gli ebrei ortodossi. Se l’è posta il farmacista Claudio Segre.


“Sulla purezza dei farmaci - spiega il farmacista - i problemi vengono dalle proibizioni alimentari. Un farmaco è kasher se non è stato preparato di sabato, se non è d’origine animale (l’animale potrebbe non essere stato macellato secondo le regole), se non contiene lattosio o, nel periodo pasquale, lieviti o alcuni coloranti (probabilmente perché d’origine animale)”.
Può sembrare un problema di poco conto.
La questione è molto più sentita all’estero,soprattutto dove ci sono forti comunità israelitiche, mentre nel mondo islamico è emergente. In ogni caso, è importante che sia il medico sia il farmacista sappiano che qualsiasi preparato contenga proteine animali, latte o lieviti va prescritto con raziocinio, comprendendo la “diversità” di chi si ha di fronte.

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Sensibilizzare l’industria sull’opportunità di produrre farmaci Kasher

Latte, lieviti e proteine animali sono alcune fra le sostanze che possono entrare nella composizione dei farmaci e degli eccipienti e magari costringere un ebreo a fare scelte che vanno controla sua coscienza. Difficile che la produzione industriale possa tenerne conto.
In teoria, nel caso dei salvavita iniettabili, anche i più osservanti possono fare eccezione.
La questione non sembra preoccupare tanto l’Islam quanto gli ebrei ortodossi. Se l’è posta il farmacista Claudio Segre.

“Sulla purezza dei farmaci - spiega il farmacista - i problemi vengono dalle proibizioni alimentari. Un farmaco è kasher se non è stato preparato di sabato, se non è d’origine animale (l’animale potrebbe non essere stato macellato secondo le regole), se non contiene lattosio o, nel periodo pasquale, lieviti o alcuni coloranti (probabilmente perché d’origine animale)”.
Può sembrare un problema di poco conto.
La questione è molto più sentita all’estero,soprattutto dove ci sono forti comunità israelitiche, mentre nel mondo islamico è emergente. In ogni caso, è importante che sia il medico sia il farmacista sappiano che qualsiasi preparato contenga proteine animali, latte o lieviti va prescritto con raziocinio, comprendendo la “diversità” di chi si ha di fronte.

Il silenzio delle istituzioni
A livello istituzionale, il discorso non sembra avere sbocchi. Negli anni Novanta, per ben due volte il parlamento europeo ha messo all’ordine del giorno la proposta di sensibilizzare l’industria sull’opportunità di produrre farmaci kasher, ma senza risultati. A parte ovvi problemi produttivi, i motivi sembrano evidenti. Tra l’altro, molte molecole (lattosio, proteine varie) sono oggi ricavabili per via sintetica e quindi non infrangono i dogmi delle leggi ebraiche.
Tra i primi a impegnarsi su questo fronte c’è Claudio Segre.
Per lui tutto è iniziato qualche anno fa, quando in farmacia entrò un ebreo osservante, di quelli con barba e treccine, vestiti di scuro, che indossano perennemente il cappello. Era un rabbino che tornava da un viaggio a New York e che gli consegnò una serie di pillole sottolineando che erano “kasher”, cioè “permesse” dalla sua religione, chiedendogli di tenerle di scorta per altri ebrei osservanti che si fossero rivolti a lui.

Da allora Segre ha preso a cuore il tema, cercando di coinvolgere il parlamento e ingegnandosi per venire incontro alle esigenze di questi pazienti.
“Il problema è molto sentito dagli osservanti. In Francia dove, la comunità ebraica è dieci volte più grande che in Italia. Rabbi Schlesinger di Strasburgo è molto attivo in tal senso oltre ad essere molto preparato in fatto di farmaci kasher.
Da parte mia, quando ho un dubbio, mi rivolgo al Tribunale rabbinico di Milano e chiedo consigli al rabbino capo. Così la mia farmacia è per esempio autorizzata a produrre medicinali con ingredienti Kasher-le Pesach, capsule senza lieviti per la Pasqua, o che non provengano dal chametz (lievito).
Una parte del mio laboratorio, infatti, è “zona separata e controllata” come dice il documento. Naturalmente, tengo separati dagli altri anche i farmaci che produco.”
Un farmaco può infrangere le regole della religione ebraica se contiene lattosio. Secondo la lettura originale del decimo comandamento (testo antico individuato dagli esegeti biblici, Esodo capitolo 23, verso 19 e capitolo 34, verso 26 e Deuteronomio capitolo 14, verso 21) non si deve mescolare il latte, frutto di un atto d’amore, alla carne, frutto della macellazione.
“Prima di bere latte dopo aver mangiato carne o viceversa, l’ebreo ritiene giusto aspettare anche fino a sei ore" spiega il farmacista milanese Claudio Segre.
“Molti eccipienti contengono lattosio e gli ebrei lo considerano alla stessa stregua del latte. Ho visto genitori osservanti passare dal latte materno a quello di soia nel proseguimento dell’alimentazione dei lattanti proprio perché ritenevano importante che tre ore dopo i figli prendessero l’omogeneizzato”.
Le esigenze del paziente ebreo
sono più avvertite all’estero anche il lattosio può diventare un problema. E’ dunque evidente che i problemi più gravi si sono posti con i farmaci d’origine vaccina e suina. A lungo c’è stato per esempio il problema dell’insulina d’origine suina.
Ma per quanto osservanti si possa essere, il principio inderogabile resta quello della salvaguardia della vita.
Nel caso dei farmaci salvavita, per esempio, si potrebbe in teoria derogare. In realtà l’insulina si somministra per via iniettabile, mentre il divieto riguarda solo gli alimenti.

I vincoli del brevetto
In teoria, quindi, per rispettare le esigenze di questi pazienti, il medico dovrebbe preferire un’ana-loga forma terapeutica in una formulazione che non contenga il lattosio. E il farmacista dovrebbe preparare il principio attivo in capsule prive della sostanza proibita. Ci sono però limiti oggettivi.
“La legge - spiega Segre - mi autorizza a realizzare le capsule, ma non posso certo utilizzare principi attivi coperti da un brevetto”.
Restano infine da citare i lieviti. Per gli ebrei, il loro uso è proibito durante la Pasqua. Per scansare ogni dubbio, Segre ritiene sia meglio non usare lieviti tutto l’anno nella realizzazione dei suoi preparati, in particolare le capsule. Come tiene comunque a ribadire il farmacista milanese, “più un farmaco è salvavita più il divieto appare derogabile; negli altri casi, sarebbe meglio mettere i fedeli di religioni diverse da quella cristiana in condizione di rispettare le loro regole”. E’ appunto per quella che ritiene una battaglia di civiltà che ha cercato di coinvolgere il Parlamento euro-peo e quello italiano, senza risultati. La questione rimane dunque affidata alla buona volontà.
“In Italia le farmacie che si fanno carico del problema credo siano davvero poche” ammette Segre. “Ma bisogna rendersi conto che la società sta cambiando la sensibilità per preparati che rispettino le regole religiose sembra insomma destinata a crescere”.

Ripreso dall’articolo di Mauro Miserendino
DocMagazine

PER UNA LISTA DELLE MEDICINE KASHER
www.kashrut.com/articles/medicine_list
www.farmaciasegre.it

 

 

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